(27 Luglio 2012)
Mercoledì sono andato in palestra.
Sei mesi fa mi sono iscritto in una palestra che è
vicinissima a casa mia (sia quella attuale, sia quella dove mi trasferirò a
settembre). Per arrivarci devo solo fare questo:
E’ una palestra piuttosto cara per gli standard di Valencia,
la città con 5 palestre ogni 2 abitanti, ma quando ho deciso di iscrivermi il
mio ragionamento basato puramente sul voler evitare il senso di colpa era il
seguente: se pago molto per andare in palestra, ci andrò, così che non mi
sembrerà di stare buttando soldi. E, per la prima volta nella mia vita, questo
ragionamento ha funzionato.
Insomma, mercoledì sono andato, ho chiesto un asciugamani
alla reception, ho passato il mio tesserino magnetico per entrare e a quel
punto ho pensato di tornare indietro per chiedere informazioni sul rinnovo del
mio abbonamento, che scade a fine mese.
Quando sono tornato indietro, la ragazza mi ha guardato e si
è rivolta a me:
“C’è qualche problema, Gaetano?”
‘Conosce il mio nome?’ ho pensato interdetto. Poi mi sono
reso conto che lei lì ha il pc su cui compare la scheda di ognuno quando entra,
con tanto di foto, e la mia illusione di non essere invisibile è svanita.
“E’ che mi pare che il mio abbonamento stia per scadere, per
cui vorrei fare il rinnovo…”
“Vamos a ver… Si, scade a fine mese”, mi ha risposto.
“Vieni pur qui e facciamo tutto!” , mi ha detto Miguel, il
ragazzo - gentilissimo - che si occupa degli abbonamenti, e che ha una voce da
televendita.
Mi ha detto il prezzo, io ho chiesto se c’erano sconti per
personale dell’Università perché sei mesi prima non l’avevo chiesto, cosa fai,
sono Professore, ah muy bien, c’è uno sconto del 30%.
“Se mi dai il tesserino vado a fare una fotocopia e torno.”
Al che gli ho dato il tesserino dell’Università e lui è
andato al piano di sopra. A questo punto, la ragazza della reception mi ha
guardato un po’ interdetta:
“Ti ha lasciato qui solo?!”
“No, è andato a fare la fotocopia del mio tesserino…”
“Tu sei stato mio professore, Gaetano?”
“…”
“…”
“Ah beh… Magari tu dovresti ricordarti meglio di me…”
“E’ che il tuo viso non mi era nuovo e poi ho visto il
cognome prima e mi sono detta ‘mi suona’…”
“Ah beh”
Nel frattempo Miguel è tornato e io sono entrato in
palestra. A quel punto, negli spogliatoi, mi sono accorto di aver dimenticato a
casa la maglietta per la palestra. Sull’orlo delle lacrime, ho rimesso tutto in
borsa e mi sono diretto all’uscita.
“E ora che succede?, mi ha detto la
receptionist-studentessa.”
“Ehm, ho dimenticato la maglietta a casa… torno tra poco…”
“Olé tú!” mi ha risposto ridendo.
“…”
… E io sono tornato a casa, ho preso la maglietta dei Blonde
Redhead che avevo messo da parte, sono tornato in palestra, e non appena sono
entrato è suonato l’allarme.
Miguel e la receptionist-studentessa mi hanno guardato
increduli.
“¿ Qué pasa ?”, mi ha chiesto Miguel. A quel punto ho avuto
l’illuminazione:
“Ahh.. è che ero riuscito per andare a prendere la
maglietta, che avevo dimenticato a casa, e mi sono portato dietro l’asciugamani
che mi aveva dato lei…”
“Oggi non è il tuo giorno fortunato eh?”, mi ha detto la
receptionist-studentessa.
“No, ma non lo è mai”, mi sono limitato a rispondere,
mortificato.
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