(30 ottobre 2011)
Oggi ho pranzato da Pepica, sul Paseo de Neptuno.
Non mi concentrerò, però, sul fatto che la sua Paella mi
abbia profondamente deluso (in quella di pesce c’era pesce palesemente
surgelato, forse direttamente prelevato da bastoncini findus scongelati
all’occorrenza e de-impanati).
Né parlerò delle 9 fette di pane con pomodoro che ho
mangiato prima della paella.
Parlerò ancora una volta del muro di incomunicabilità.
Perché ieri, per evitare il rischio di restare a secco,
avevo telefonato per prenotare un tavolo sulla veranda, per sette persone.
Ebbene:
(1) il tavolo era all’interno
(2) all’inizio il titolare non trovava la prenotazione. Come
ho potuto non pensarci. La tavola era stata segnata a nome di Cayetano Balamo.
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