domenica 29 luglio 2012

Feliç any amb Ryanair

(9 Gennaio 2012)

« Essere sotto il culo della rana infondo a una miniera di carbone è una espressione ungherese che descrive una situazione di sfiga assoluta, estrema » .

E’ così che inizia il libro - o meglio, il retro di copertina del libro - che stavo leggendo stamattina in aereo, sul volo Ryanair che mi riportava a Valencia, intitolato «Sotto il culo della rana».

Come in tutti i voli Ryanair era un mercato: le hostess e gli steward, nell’ordine, hanno portato: le riviste, il quotidiano, il cibo, le sigarette Smokeless, la roba del duty free, i biglietti gratta e vinci, il cibo un’altra volta.

Ogni tanto io ci casco, e compro i gratta e vinci Ryanair. Mai che avessi vinto qualcosa poi: nel migliore dei casi mi è comparso il simbolino che ti permette di avere un altro biglietto, il quale puntualmente non mi faceva vincere nulla. Eppure stavolta era particolare. Lo steward, che credo fosse italiano, nell’annunciare che i suoi colleghi Glenn e Veruska sarebbero passati a breve, ha speso parole importanti per convincere i passeggeri: con 6 biglietti pagate solo 10 invece di 12 euro, fate una buona azione perché parte del ricavato va ai bambini in difficoltà, sempre più gente vince splendidi regali e soprattutto «immaginate come sarebbe bello festeggiare insieme a noi tutti su questo volo la vostra vincita».

Ma stavolta ho detto: NO. Ho speso fin troppo durante le vacanze, da oggi inizia l’austerity.

Quando è passato Glenn non ho preso nulla, mentre il ragazzo e la ragazza dietro di me hanno addirittura preso il blocco da 6. Dopo poco, li ho sentiti esclamare che potevano avere un biglietto extra, e ho pensato ’ poverini, le loro illusioni continuano ‘.

Glenn gli ha portato un altro biglietto, e nel giro di un minuto sento la ragazza esclamare: «oddio! oddio che bello! bravo amore!» e giù schiocchi di bacio e risolini.

Quel blocco da 6, e quel biglietto, potevano essere miei.

Il ragazzo ha chiamato Veruska, ma mentre lei si avvicinava impetuosa io ho deciso che non sono così autolesionista da voler sapere cosa hanno vinto. E così, mi è bastato vedere Veruska sgranare gli occhi e sorridere a un metro da me, mentre mi infilavo gli auricolari dell’iPod per coprire qualsiasi parola che svelasse il mistero.

All’arrivo, però, ero troppo curioso, almeno di vedere chi fossero i due che mi avevano appena rubato la vincita della mia vita.

Alle mie spalle avevo forse la coppia più sexy del mondo, sorridente e allegra, lui e lei belli e vestiti di tutto punto, segno che come al solito piove sul bagnato, e che la fortuna, come l’amore e tutte le cose migliori, è tutt’altro che cieca.

E così me ne sono andato, brutto, povero e con la consapevolezza che avevo lasciato le chiavi di casa nel bagaglio imbarcato, per cui, se lo avessero perso…. beh, cazzi miei.

PS: se, dal titolo, credete che io abbia già imparato anche il Valenciano, beh, la risposta è NO.

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