giovedì 14 marzo 2013

Bilbao bidaiatzea

(www.guia-bilbao.com)

Domani parto per Bilbao. Era da tanto tempo che aspettavo di andare in Euskadi e finalmente ho deciso di approfittare delle vacanze delle Fallas per fare una capatina nella sua capitale, tanto per cominciare, e soprattutto per fuggire all'invasione aliena che colpirà Valencia proprio in quei giorni a suon di petardi.

Poiché ho le pezze al culo (è inutile negarlo, o tentare di dissimulare perché pare brutto dichiarare la propria povertà: non ho i soldi per fare un segno al muro) sarà un viaggio low cost, andata e ritorno in autobus per ben 8 ore a tratta e alloggiamento gratis trovato grazie a Couchsurfing.

Ma la cosa più importante è che i Paesi Baschi, Euskadi appunto, hanno sempre avuto su di me un grande fascino, per le immagini che ho visto, per la loro storia ma soprattutto per le sciocchezze campate in aria che si sentono in giro.

Ed ecco a voi una lista di luoghi comuni e domande ignoranti su Bilbao e i Paesi Baschi, che potete usare  per essere odiati quando andrete lì:

1. Ma per entrare nei Paesi Baschi dalla Spagna si deve passare la frontiera?
2. I baschi sono tutti terroristi.
3. I baschi indossano sempre il basco.
4. I baschi giocano tutti alla Palla Basca.
5. Nei Paesi Baschi non si usa l'euro.
6. Se parli castigliano nei Paesi Baschi puoi essere ucciso.
7. Paesi Baschi? Vuoi dire Paesi Bassi.
8. I Paesi Baschi in Spagna sono come la Padania in Italia.
9. La capitale dei Paesi Baschi è L'Aja.
10. Secondo me la lingua basca non esiste, sono lettere scritte a caso.

Ad ogni modo, se invece non volete farvi odiare e volete essere dei veri alternativi, prima di andare in Euskadi imparate a memoria le versione sperimentale della Macarena in Basco (ringrazio il blog della mia amica A. per avermi regalato questa perla):



Agur!

Nota: il titolo significa "Viaggiando a Bilbao" e l'ho tradotto con Google translate dallo spagnolo, quindi se è sbagliato non è colpa mia.

giovedì 7 marzo 2013

Fallas: il Diccionà

In contemporanea con le dimissioni del Papa e con il cataclisma elettorale che si è abbattuto sull'Italia, a Valencia sono iniziate le Fallas.

Ho già spiegato, per chi non ne sapesse nulla, di cosa si tratta, anche se trovare una definizione chiara e concisa è difficile. Soprattutto perché le Fallas riuniscono tutta una serie di eventi ed attività che, per capirci qualcosa, servirebbe un'enciclopedia o un diziona... ECCO! Ho trovato l'idea per un nuovo ppost per questo blog muto da quasi un mese: il dizionario delle Fallas.

Per qualche strana ragione, gran parte dei termini legati alle fallas sono parole tronche che terminano per "à".

Apuntà. (In italiano: Iscrizione) Si svolge a maggio dell'anno precedente alle fallas considerate ed è un'occasione per conoscere la gente dei Casales Falleros ed, eventualmente, iscriversi alla Falla, o iscrivere i propri figli: insomma: assicurarsi che, l'anno che viene, non si sarà tra quelli che si lamentano per le strade chiuse, bensì quelli che hanno la festa assicurata sotto casa. Non so esattamente cosa si faccia nell'apuntà, ma un evento che ho visto su Facebook, e la foto di descrizione, fanno sorgere qualche dubbio. 

Arreplegà. (In italiano: Crowdfunding) I falleros raccolgono denaro per finanziare le attività della loro Falla nei giorni di festa andando casa per casa nel quartiere a chiedere un contributo a chi vive nel barrio. Di una cosa credo si possa star certi: se non contribuisci, puoi scordarti che ti invitino per un piatto di paella.

Cremà. (In italiano: il rogo) L'atto conclusivo delle Fallas, con cui si dà fuoco alle strutture di cartapesta e poliuretano realizzate dai Casals, e che tanto mi fanno pensare al carnevale di Viareggio. Con un po' di benzina si riducono in cenere strutture alte anche decine di metri, mentre cadono scintille che ti lasciano buchi sulla giacca.

Cridà. (In italiano: Quando Rita Barberà e la Fallera Mayor aprono le danze) Oggi chiamata Crida, per un cambio di denominazione avvenuto nel 1978, è l'atto che apre le Fallas, l'ultima domenica di febbraio. Alle Torri di Serrano, la sindaca-monarca Rita Barberà saluta i cittadini con la sua dolce vocina al grido di "Valencianoooos!" e la Fallera Mayor a.k.a. Miss Valencia a.k.a. la Principessa Leila dichiara l'inizio delle feste.

Despertà. (In italiano: svegliaaaaaa!) In fallas non è permesso dormire. Per questo, nei giorni clou della festa (dal 15 al 19 marzo) le falleras, accompagnate da una banda, passano per le strade del Barrio e per i negozi a partire dalle 8 di mattina. Con questa musica, si svegliano i vicini che erano andati a dormire alle 4 o alle 5 di mattina, ubriachi, e inizia un nuovo giorno.

Disparà. (In italiano: sparata) Sinonimo di mascletà.

Mascletà. (In italiano: Valencia come Baghdad) Dal 1 al 19 marzo, tutti i giorni alle 14, vengono sparati fuochi d'artificio nella Plaza del Ayuntamiento. Prima di assistere alle mie prime Fallas pensavo che fosse una cosa totalmente priva di senso, ma in realtà dopo avervi assistito lo scorso anno devo dire che è l'atto delle fallas che mi piace di più. Mentre Plaza del Ayuntamiento viene inondata dal fumo e dall'odore della polvere da sparo, i botti scoppiano in un crescendo che esplode in un orgasmico applauso da parte della folla, sempre moltitudinaria. Segue: birra nel Carmen.

Plantà. (In italiano: il momento in cui si montano le Fallas e si piazzano in mezzo alla strada). Il clou delle Fallas è dal 15 al 19 marzo. La notte tra il 15 e il 16 marzo vengono montate le fallas, almeno in teoria, perché in realtà già si possono trovare, in molti casi, dalla notte precedente. In queste notti, a volte, qualche Casal sfortunato (o avanguardista, visto che anticipa ciò che accade pochi giorni dopo) finisce per dar fuoco per sbaglio alla sua falla.

Xocolatà. (Pronuncia: ciocolatà. In italiano: cioccolata a volontà) A quanto mi è stato detto, le fallas di quartiere erano solite offrire cioccolata ai falleros, cioè ai membri dei Casals.

(NOTA: ci sono altri atti nelle Fallas, ad esempio la Ofrenda, ma sono un po' noiosi e poi non finiscono per à, quindi non mi interessano: li ho cancellà.)