Spesso nella vita ci si trova davanti ad un bivio, ad una di quelle situazioni in cui è probabile che, comunque tu faccia le cose, potranno essere interpretate nel modo sbagliato criticate. Ad esempio: come vestirsi ad un matrimonio? È lecito essere il primo ad iniziare a mangiare in una festa a buffet? Bisogna portare con sé il preservativo al primo appuntamento?
Forse è stata quest'ultima la domanda che si era posto prima di uscire di casa un giovane che ho incrociato in Calle Caballeros, sabato sera, mentre passeggiava con una ragazza. Avrà pensato: 'Se porto il preservativo, finiamo a casa sua e lei scopre che ce l'avevo con me, passerò per il porco che pensa solo al sesso. Se non lo porto, passerò come lo sprovveduto verginello'.
E dunque, sabato sono andato a cena in centro con alcuni amici, in quella parte del Carmen frequentata soprattutto da turisti e piena di locali costosi. Abbiamo cenato a La Tapeta e, nonostante la zona in cui eravamo, abbiamo mangiato più che bene spendendo relativamente poco. Dopo cena, ci siamo avviati verso il Café Lisboa, dietro alla Lonja, ma appena arrivati mi sono accorto di non avere contanti. E così, ho abbandonato i miei amici per qualche minuto per andare a prelevare.
Ignaro che ci fosse uno sportello di Bankia proprio lì dietro, sono tornato verso Plaza de la Virgen e lì, dopo un tentativo andato a vuoto con il Santander, ho prelevato allo sportello del Banco de Valencia (un italiano che ha un conto corrente con Bankia e preleva dal Banco de Valencia . Riassunto della crisi finanziaria Europea).
Per tornare verso la Lonja avevo deciso di attraversare un dedalo di stradine che permette di evitare la folla: ho sempre odiato camminare da solo la sera in zone affollate, perché la gente potrebbe pensare che sono un povero disperato, e passare tra i vicoli mi permetteva di svanire per un po'. Dopo 50 metri, però, un camion della spazzatura ha bloccato il mio cammino: era rimasto letteralmente incastrato in una curva a gomito e i due operatori stavano cercando di liberarlo, mentre il suo olezzo appestava la strada.
Sono tornato su Calle Caballeros e, a quel punto, mentre camminavo a passo spedito ho notato la coppia che camminava davanti a me: lui si stava sfilando il portafogli dalla tasca posteriore dei jeans e, nel farlo, gli è caduto un preservativo.
Il povero ragazzo aveva notato di aver perso qualcosa, perché si è voltato con uno sguardo un po' smarrito, ma senza vedere - o fingendo di non vedere - ciò che aveva perso. Ma per questi problemi ci sono io. Potevo raccogliere il preservativo, ancora integro, e reinscenare un famoso spot degli anni '80 della Control:
Già vedevo tutti i passanti in Carrer del Cavallers alzare la mano e dire "È mio". Ma non mi andava di raccogliere un preservativo altrui, ancorché impacchettato. E così, forte di un lieve stato di ubriachezza - non vera ubriachezza, diciamo quel livello sufficiente a rendere noi timidi dei simpatici gradassi - ho scelto l'opzione più imbarazzante:
"Disculpa!" ho detto a voce alta. Il ragazzo si è girato e io, indicando il preservativo, ho continuato: "Has perdido un condón!".
La ragazza l'ha guardato sgranando un po' gli occhi, con quell'espressione tipica di queste situazioni tra il sorpreso, l'imbarazzato e il divertito, lui è rimasto immobile e in quel momento è salito in me un forte senso di disagio. Mi sono sentito un po' stronzo.
Ho accelerato il passo e sono tornato verso il Café Lisboa, dove la cameriera stava servendo proprio in quel momento il mio mojito. L'ho sorseggiato e ho condiviso la mia avventura con i miei amici, sviluppando teorie sul rapporto tra i due ragazzi che avevo incrociato, e pensando che sì, ero stato stronzo... Ma che bella scena.
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