C’è qualcosa di buffo nella parola che gli spagnoli usano
per dire scarafaggio o blatta. “Cucaracha”, dopotutto, fa quasi tenerezza. Suona un po’ come
“coccinella”. Poi invece la vedi e ti fa schifo.
Io ho sempre provato terrore verso gli scarafaggi. La fobia
per gli scarafaggi, insieme a quella per i ragni e quella per la vita nel suo
complesso sono sempre state le mie paure più ingestibili e irrazionali. Dentro
di me sono cosciente che uno scarafaggio non può uccidermi, né può farlo un
ragno di quelli domestici, o che se calpesto una blatta lei non riuscirà a
bucare la suola della mia scarpa ed entrare nel mio piede, ma, ciononostante,
quando le incontro vado nel panico.
Domenica scorsa ero in spiaggia, a Canet d’En Berenguer, con
alcuni amici, e parlavamo dell’arrivo del caldo che, a Valencia, significa
anche “olezzo che fuoriesce dalla fogna in certe stradine del Carmen” e
“scarafaggi che si avventurano per strada”, e così è tornato il panico.
Sì. A Valencia gli scarafaggi passeggiano per strada la sera
d’estate, in centro insieme alle signore pijas che tornano dall’aperitivo al
Mercado de Colón, o al Cabanyal insieme
ai gitani che si siedono sulleloro seggiole in mezzo alla strada. La prima
volta che vidi degli scarafaggi per strada a Valencia ero qui solo da 2
settimane e volevo suicidarmi. Poi ho assorbito il colpo: ogni città ha la sua
piaga, New York ha i Bed Bugs, Valencia (insieme a Sydney e Tokyo) le blatte,
Milano le zanzare, Francoforte le vespe e quindi bisogna mettersi l’anima in
pace.
La McBlatta
Lo scorso ottobre ero nel Carmen con un amico, avevamo fatto
un aperitivo super-prolungato e verso le undici, affamati e senza soldi, mentre
ci avviavamo verso casa, abbiamo deciso di prendere da mangiare al McDonald’s.
Poiché il tempo era bello, invece di sederci dentro, siamo andati ad ordinare
dalla finestrella per poi mangiare su una panchina. Mentre eravamo lì, abbiamo
visto con terrore una blatta sul vetro, o meglio tra il vetro e un cartello:
- Signorina, c’è una blatta!
- Oddio dove?
- È qui davanti a lei, dietro il cartello!
- Aaaah! Non voglio saperlo! Mi fanno paura!
- Anche a noi, ma soprattutto ci fanno schifo!
- Ecco, lasciatela stare!
- Ma… qui date da mangiare alla gente!
Non ho mangiato quella sera. E non sono più tornato al
McDonald’s.
Blatte all’ingresso
Vivevo nel mio appartamento da poche settimane quando una
sera, di ritorno da lavoro, sono arrivato davanti al portone ed ho visto una
blatta che passeggiava tranquilla lì davanti. Juan Carlos, il portinaio, era
ancora lì, ed è stato vittima del mio attacco di ansia:
- Juan Carlos, c’è una blatta!
- Ah.
- Dovremmo ucciderla?
- E perché?
- Beh se entra? E se ci infesta tutto il palazzo?
- E se invece è uscita da qui?
- …
Forse è per questa storia che JC sempre mi saluta con
sospetto e credo mi odi. Comunque, non ho mai incontrato blatte a casa mia, e
grazie al cielo. Non starei qui scrivendo le mie memorie.
Kill the Blatta
Ci sono regole precise per l’uccisione delle blatte: bisogna
chiamare la disinfestazione. I vari Raid e compagnia bella sono inutili, perché
loro imparano a difendersi, e soprattutto non bisogna mai schiacciarle con le
scarpe. Infatti, le blatte al loro interno hanno le uova e si rischierebbe di
trascinare le uova in ogni dove, ad esempio in casa (per questa teoria, che in
realtà è un fatto, sono stato deriso, ma vabbè).
Una sera tornavo a casa a piedi, asoltando la musica (e
quando io ascolto musica mi isolo dal mondo) e, mentre camminavo, ho sentito il
mio piede clapestare qualcosa con una strana consistenza, e non era una merda.
Alzai il piede e, con sommo terrore, mi accorsi di aver calpestato una blatta.
Data la teoria delle uova, non potevo tornare a casa come se nulla fosse; né
potevo togliermi le scarpe e buttarle: ho una dignità, anche se scarsa.
Così, feci gli ultimi 10 minuti di cammino strisciando il
piede sinistro, per pulire la suola, manco fossi spastico. Arrivato a casa,
misi le scarpe sul balcone e dopo qualche giorno le riutilizzai, pensando che
le probabili uova, a questo punto, sarebbero morte. Sono proprio un genio.
Grande compa! Qui dopo 4 anni dalla tua avventura,sono in Erasmus, è diventato un problema principale lottare contro le blatte che non ti fanno cacare in pace!
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