(20 Marzo 2012)
Maria José è tornata, e la sua storia è più avvincente che
mai.
Oggi, uscendo dalla palestra, ho trovato un messaggio in
segreteria da un numero a me sconosciuto, ho chiamato l’ 123 (la segreteria) ed
era il seguente:
Sconosciuta:
Maria José, sono Roser (nome di donna, nda). Ho capito che non vuoi rispondermi
ma fa lo stesso. Domani ti chiamerò di nuovo, verso ora di pranzo.
“Cos’è successo a
Maria José? Perché sta evitando Roser?” ho pensato, colto dall’ansia del
pettegolezzo. Stavolta ho pensato che non potevo far finta di niente, così, con
la scusa del messaggio superserio ricevuto poco prima, ho deciso, mentre cucinavo,
di telefonare a Roser. A metà del primo squillo, però, mi sono pentito, o forse
vergognato, e ho buttato giù, pensando che un sms sarebbe stato più
appropriato. Mentre lo scrivevo, però, il mio telefono ha cominciato a
squillare, ed era proprio Roser. E così ho risposto.
Gaetano: “Ehm, Hola”
Roser: “…”
Gaetano: “…”
Roser: “Mh… Maria José?”
Gaetano: “No, io mi chiamo Gaetano, però sono mesi che mi
chiamano persone in cerca di Maria José”
Roser: “…”
Gaetano: “…Normalmente faccio finta di nulla, ma non ho
potuto evitare di ascoltare il suo messaggio e preoccuparmi”
Roser: “Ah, ehm, ar…”
Gaetano: “…e ora le stavo mandando un messaggio per dirle
che questo non è il numero di Maria José”
Roser: “Ah.. mi dispiace… cancello subito il suo numero…”
Gaetano: “Davvero, non sono Maria José”
Roser: “Sì sì, va bene… scusa ancora…”
Gaetano: “Di niente, spero che potrà parlare con Maria José”
Roser: “…”
Gaetano: “Adios!”
Roser: “Adios, e scusi il disturbo”
Non ci posso credere. Ho detto “Davvero, io non sono Maria José”. Ma soprattutto, mentre dicevo “Spero che potrà parlare con Maria José”
mi sembrava di essere fuori dal mio corpo e di guardarmi incredulo
dall’esterno, sconvolto dalla facilità con cui stavo dicendo una stronzata del
genere. E mi veniva da ridere.
Maria José, credo che hai un po’ di cose da raccontarci…
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