giovedì 30 agosto 2012

La moderna de Ruzafa



Ieri ho lasciato definitivamente il mio vecchio appartamento in Calle Cuenca Tramoyeres per spostarmi 200 metri più in là, in Peris Mencheta.

In realtà, pensavo che avrei avuto tempo per fare le cose con calma, e magari abbandonare l'appartamento un paio di giorni più tardi, ma ieri la mia padrona di casa, venuta alle 11.30 a perlustrare il piso per verificare la situazione (e appurare quanto era accaduto alla piastra  in vetroceramica ) mi ha detto che già c'era gente che voleva visitarlo, e in particolare una ragazza che aveva fretta di trasferirsi e lo avrebbe fatto già domani. Quest'ultima sarebbe passata a vedere l'appartamento poco dopo le 12. E così ho acconsentito, anche perché, dopo aver mostrato il cataclisma dei fornelli, avevo la coda tra le gambe.

Fatto sta che la ragazza di cui sopra era in ritardo, e Cristina, che va sempre di fretta, mi ha chiesto di fare io da cicerone alla ragazza qualora fosse venuta.

Poco dopo le 12.30, mentre stendevo i panni della mia penultima lavatrice, ha suonato alla porta. Era la classica moderna: borsa di tela, canotta con disegno strano, taglio di capelli asimmetrico. In particolare, aveva i capelli rasati dal lato sinistro, e pettinati verso destra. Il colore era un biondo evidentemente di tinta, perché si vedeva anche un accenno di ricrescita e, nonostante il capello non fosse molto lungo, lo era abbastanza perché lei se lo sistemasse continuamente dietro l'orecchio. Si è sfilata gli occhiali da sole, un paio di Rayban con montatura rossa, altro dettaglio non trascurabile da moderna, e si è presentata.

E lì è iniziata una conversazione surreale.

"Holaaa, sono Marta"
"Gaetano, piacere, entra!"
"Italiano? Perfetto!" (detto in italiano)
"Ma per caso sei italiana anche tu?"
"No, no... allora, vediamo un po' l'appartamento..."

... e dopo averlo visto per bene mi ha guardato con fare interrogativo e mi ha fatto La Domanda:
"Dimmi sinceramente, come ti sei trovato qui?"
"Ma guarda, l'appartamento è vecchiotto, come vedi, il problema è il traffico su Primado Reig. Però è in una posizione strategica e c'è di tutto. Certo, se hai il sonno leggero - "
"Ah no io dormo come una bomba. È che sono in una situazione di emergenza, tío"
"Cioè ti serve subito l'appartamento?"
"Sì, ora sto da amici ma è un casino. È che mi sono ritrovata così da un giorno all'altro. Niente preavviso"
"Ah."
"E poi guarda." E mi mostra una delle due mani, leggermente gonfia sotto il mignolo. "Vedi? È gonfia. È che ora sto da amici, a Ruzafa, ospite - te l'avevo già detto? E stamattina pam pam pam!!! ho dovuto dare un sacco di colpi alla porta perché non si svegliavano". Ruzafa è il quartiere dei radical chic e dei modernos, un tempo zona bohemién di Valencia, oggi di moda.
"Eh sì, è un po' gonfia", ho risposto, chiedendomi perché mi stesse raccontando tutto questo.
"Non puoi immaginare che giornata sto avendo. Per favore, mi dai dell'acqua? Sto morendo"
Ho preso il mio boccione da 6 litri d'acqua e, mentre gliela versavo, lei mi ha redarguito:
"Ah-ah, non dovresti comprare quest'acqua. Comprala in bottiglia. Questa è quasi come bere l'acqua del rubinetto con il calcare che ha"
"Ma veramente a me..." ho cercato di intervenire.
"Dico sul serio. Sai qual è il limite di calcare legale? 50. (Nota: 50 cosa? boh!) E l'acqua del rubinetto a Valencia arriva a 400. Beh questa del boccione secondo me è lì vicino"
"Ah... lo ignoravo"
"Dimmi un po': lavi anche le verdure, che so, i pomodori con l'acqua corrente?"
"Ehm sì", ho risposto io, sapendo di aver dato la risposta sbagliata.
"Non dovresti! Troppo calcare. Poi ti vengono i calcoli"
A questo punto ho cominciato a pensare che in realtà fosse una rappresentante di una impresa di acque oligominerali, di una sorta di Fiuggi iberica.
"Beh ma ti rendi conto di che costerebbe usare sempre acqua minerale? E la plastica che si produce?" ho contrattaccato.
"Ad ogni modo, tío, non mi convince questo appartamento. 445 euro al mese non li vale. Fossero 400, pure pure.
"Potresti provare a contrattare"
"È che oggi ho visto un appartamento accanto al mercato di Ruzafa. Capisci? Accanto al mercato di Ruzafa! Anche quello 3 camere da letto ma viene solo 375 euro. Solo che lo stanno ridipingendo e stanno cambiando la cucina e io ho bisogno della casa a-d-e-s-s-o."
Io ero interdetto, metre lei faceva tutto da sola.
"Certo, però potrei arrangiarmi. Mi mettono un letto lì e mi arrangio quanche giorno"
"Quan--" ho cercato di chiedere quanto ci avrebbero messo, ma lei andava a ruota libera ormai.
"375. Questo 445. Quanto fa 375 per 11 mesi?"
"Beh, circa 4200", ho risposto io, non sapendo dove andava a parare.
"4200 euro! in un anno risparmierei 4200 euro!"
"Ehm no la differenza è solo di 70 euro... " ho sottolineato, mentre il suo entusiasmo si spegneva e io ero sull'orlo di una risata sguaiata.
"Beh comunque è tanto. No no, vado all'altro. E' al Mercato di Ruzafa. Grazie, mi hai fatto chiarire le idee"
"Ah beh figurati!", ho risposto, pensando a come avrebbe reagito Cristina al sapere che, dopo averle spaccato la cucina in vetroceramica, le avevo anche fatto perdere un'inquilina.

E mentre Marta se ne andava, si è girata e mi ha detto: "Sei una brava persona. Magari ci potremmo prendere qualcosa da bere, qualche giorno, per Ruzafa."

Sì, e risparmiare insieme 4200 euro.

martedì 28 agosto 2012

Bernardo


Proprio quando pensavo che Maria José, dopo quasi un anno, avesse comunicato ai suoi contatti di aver cambiato numero, dato che non ricevevo più nulla, ho avuto una conversazione, ancorché breve, che ha risvegliato il mio interesse.
In particolare, c'è un nuovo nome da registrare.

L'altroieri mi ha squillato il telefono e...
" Sì? "
" Hola, Bernardo? "
'Ma che cazzo, cominciamo con uno nuovo?' ho pensato io, credendo che fosse il sostituto di Maria Jose.
" No, ha sbagliato numero, mi spiace. "
" Maria José? Non è con te Bernardo? "
Ho sgranato gli occhi. Perché chiedere di Bernardo se cercavano Maria José?
" Ehm il fatto è che io non sono Maria José. Ha sbagliato numero. E non conosco Bernardo... "
" Ah mi scusi. Adios. "

A questo punto la domanda è: chi è Bernardo e che relazione ha con Maria José? Ecco una serie di ipotesi:
- Maria José è l'avvocato di Bernardo Provenzano.
- Maria José ha disturbi di personalità, oppure è un transgender, per cui ha due identità diverse.
- Mara José è l'assistente personale di un uomo molto potente di nome Bernardo. Ipotesi scartabile visto l'incarico che lei aveva fino al maggio scorso.
- Maria José è fidanzata o sposata con Bernardo. E questa è l'ipotesi più plausibile.

E io che pensavo che avesse avuto delle liaison con Viki e con Roser, le due che mi avevano lasciato - separatamente - messaggi in segreteria a dir poco infastiditi dalla scomparsa di MJ.
Ora ho una nuova missione: scoprire il legame tra MJ e Bernardo.

venerdì 24 agosto 2012

El peluquero vengador



Uno dei vantaggi di vivere a Benimaclet è che si hanno tutti i servizi a portata di mano. Accanto al portone ho la farmacia, attraverso la strada e ci sono due supermercati, a 50 metri c'è il Centro di Salute (dove si trovano i medici di base), ci sono diverse palestre, due piscine e ci sono negozi per comprare un po' di tutto.

Quando si ha tutto a portata di mano si diventa un po' pigri, e così quando ho dovuto tagliarmi i capelli per la prima volta volevo un barbiere a portata di mano. Magari sulla strada che va dal lavoro a casa mia.

Manco a farlo apposta, c'è un parrucchiere su Calle Vicent Zaragozà, che è proprio dove mi serviva. La prima volta che andai lì non ero pienamente soddisfatto, ma infondo il taglio non era male e il fattore vicinanza era un forte vantaggio. C'è di più: verso la metà della primavera, il peluquero ha introdotto sconti del 50% su TUTTO. Per questo, sono tornato a tagliarmi i capelli lì lo scorso aprile. Avrei dovuto capire che qualcosa sarebbe andato storto dal fatto che il mio ingresso (in pompa magna) nella peluqueria è stato accompagnato dalle note della sigla di Twin Peaks:


Mi sono seduto ad aspettare il mio turno e, quando finalmente è arrivato, mi sono tolto gli auricolari che mi ero messo per evitare di angosciarmi e ho scoperto che, da un punto di vista musicale, la situazione era precipitata: c'era la colonna sonora di Profondo Rosso. Ci siamo capiti? Immaginate di prepararvi a tagliarvi i capelli ed essere accompagnati da queste note:


Capite bene che da una cosa del genere non può uscire nulla di buono. Voglio dire, per essere all'altezza della colonna sonora, un barbiere deve come minimo inavvertitamente pugnalarti con le forbici mentre ti taglia i capelli e poi usare il tuo sangue per fare la tinta alla signora di mezza età a cui tocca dopo di te.

Qualcosa di tragico ci fu: il mio taglio di capelli. Un disastro, che io a mosca cieca sarei riuscito a fare in maniera meno evidente. Dopo avermi tagliato i capelli, mi stava lasciando andar via con la testa bagnata e tutti i capelli tagliati sulla faccia e sul collo, al punto che dovetti chiedergli io di darmi almeno una sciacquata alla testa.

Nonostante ciò, tornai un'altra volta, attratto dai 7.50 € del taglio + shampoo, e la conversazione all'inizio fu netta:
" Come vuoi che te li tagli? "
" Beh rasali, falli molto corti."
" Sì? La volta scorsa li abbiamo fatti un po' più lunghi, secondo me ti stanno meglio "
'Sì, ma sembravo uscito da un campo di concentramento' ho pensato io, ma mi sono limitato a dire "Eh sai, l'estate... Il caldo..."

Con un taglio così semplice, il disastro era impossibile, eppure lui ebbe il coraggio di dirmi, a fine taglio: "Per le basette, è meglio se te le fai tu a casa che puoi farle con più precisione".
Ma che cazzo. Capisco che avessi un po' di barba, ma se non sai fare le basette, che parrucchiere sei?

Non ci tornerò più: se non altro, perché ieri ho avuto la conferma che non solo è incapace, ma è cattivo. Anzi, vendicativo.

Ieri sono andato a Paterna con Alba e Carlos, e mentre eravamo in metro Alba mi ha detto, sconsolata:
" Sai, credo di essere andata dal parrucchiere che ti aveva fatto il taglio terribile "
" Oh oh "
" Oggi volevo farmi la tinta e ne cercavo disperatamente uno aperto. Ho trovato lui e già temevo fosse quello di cui mi avevi parlato "
" Beh dai non mi sembra che ti abbia - - "
" Guarda. Mi ha colorato il cuoio capelluto "
" Merda. "
" E secondo me è vendicativo "
" Sì, sì, è cattivo ", l'ho aizzata io.
" Mi ha detto 'ma questi capelli li hai tagliati tu? il taglio è disuguale' ti rendi conto?"
" Non capisce un cazzo di tagli di capelli da modernos. E poi tu li hai tagliati a Ruzafa ". E, scusate se poco, il quartiere di Ruzafa è proprio il quartiere dei modernos.
" Mi ha detto 'ti faccio il trattamento per i capelli secchi? hai i capelli molto secchi' e quando gli ho detto di no ha solo risposto 'OK' e mi ha fatta andare via con i capelli appena asciugati e arruffati! Ho pregato per tutto il tragitto di non incontrare nessuno che conoscessi!"
" Era una vendetta. " ho risposto io scuotendo la testa.
" E mi ha tinto la fronte. Guarda qui! Si vede ancora, anche se poco. Alla fine mi ha detto ridendo 'eheh, io ti ho messo la crema ma la tua pelle assorbe di tutto! Quando sei a casa magari passaci qualcosa per togliere il colore' ma ti pare?! E poi 18 euro, scusa ma questo 50% io non lo vedo!"
" In pratica, se lui non sa fare il suo lavoro è colpa della tua pelle!"

E abbiamo chiuso lì il discorso, perché ci stavamo innervosendo fin troppo. In realtà, adesso ho capito perché non mi ha tagliato le basette. E anche perché mi tagliò i capelli male la seconda volta: poco prima, al mio "sono italiano" aveva risposto gelidamente "Ah. Il mio ex ragazzo era italiano". Per il mio bene, è proprio meglio se non ci torno più.

lunedì 20 agosto 2012

Buscar (y encontrar) piso



Già da quando ero venuto a vivere nel mio piso bohemio nella Comunidad di Cuenca Tramoyeres lo scorso 7 settembre 2011 avevo deciso che ci sarei rimasto solo un anno: non perché l'appartamento sia una merda (ok, sì, è una merda), ma perché sapevo che, se non fosse stato per la fretta di cercare un appartamento e la scarsa conoscenza della città, avrei potuto trovare di meglio.

Fatto sta che, dopo tanti rinvii e tentennamenti, all'inizio di luglio ho iniziato la ricerca. Prima solo dando occhiate qui e lì sui vari siti internet, poi chiamandone 3-4 che mi erano piaciuti e ovviamente erano stati appena affittati, e infine fissando quattro appuntamenti per vedere altrettanti appartamenti.

Tutti gli appartamenti selezionati erano a Benimaclet, in un raggio di 200 metri dalla mia casa attuale, che dopotutto è in una posizione strategica, ma quello che mi sembrava un po' strano era che due di essi sembrassero nello stesso edificio. Anzi, ne ero praticamente certo: erano nella stessa strada e dalle foto sembrava che le dimensioni fossero simili, e anche i colori delle pareti (una rossa, le altre sul color pesca) erano identici. L'arredamento, però, era diverso.

Avevo fissato tre visite nello stesso giorno. Dopo una prima visita ad un appartamento che era totalmente inadatto, con l'agente immobiliare che cercava di convincermi sfoderando un discreto italiano, sono andato a vedere il primo dei due, accompagnato da un signore di un'altra agenzia. Bell'appartamento, nuovo, due camere grandi, terrazzo, 500 euro al mese "ma magari se parlo con i proprietari te lo riesco a ridurre un po'". Calle Peris Mencheta numero 29, primo piano.

Un'ora dopo, mi ha chiamato Patricia, un'altra agente con cui avevo parlato, ma che era troppo stressata alla prima chiamata perché era sola in ufficio.

"Perfetto, se vuoi ci vediamo tra 20 minuti davanti al portone", mi ha detto Patricia. "L'indirizzo è Calle Peris Mencheta 29".

"..."

Sono arrivato sotto al palazzo che oramai conoscevo bene, dal quale è uscito un agente immobiliario con due persone, indicando il balcone dell'appartamento che avevo visitato più di un'ora prima. Ecco qua: i proprietari si erano svenduti a due agenzie. Patricia si è palesata con 15 minuti di ritardo, con delle scarpe rosse ciecamilocchio con tacco 12 (minimo).

"Scusa il ritardo, bene entriamo", mi ha detto, quasi senza fare caso alla mia persona. Siamo andati verso l'ascensore, lei è entrata e, mentre si pettinava guardandosi allo specchio dell'ascensore, ha pigiato il primo piano.

'Porca troia', ho pensato, capendo che stavo per rivedere lo stesso appartamento.

E infatti l'appartamento era lo stesso. Patricia, pessima agente, non diceva nulla, e rimaneva infastidita dalle domande che facevo, delle quali, peraltro, già conoscevo la risposta.

"Pensi che il prezzo possa calare un po'?" le ho chiesto, come ultimo termine di paragone con l'Agente N.1.
"Assolutamente no. Già è calato di 50 euro la settimana scorsa".
"..."
"..."
"Bene, ti farò sapere, l'appartamento mi piace molto", ho tagliato, andando verso la porta, e ci siamo salutati.

Il giorno dopo sono andato a firmare la proposta di contratto dall'Agente N.1, che era riuscito a farmi ridurre l'affitto a 480 euro al mese. Mezz'ora dopo, ho trovato un messaggio in segreteria da Patricia. L'ho ignorato, lei mi ha richiamato e ho risposto:

"Ciao Gaetano, volevo chiederti se sei ancora interessato all'appartamento di Peris Mencheta, perché i padroni di casa mi hanno chiamato e c'è un'altra persona interessata quindi bisogna far presto!", mi ha detto, con ansia.

"Mi spiace, ma preferisco guardarmi ancora un po' attorno", ho risposto, e nel mentre stavo per scoppiare in una risata malvagia.

Lei mi ha proposto un altro appartamento, ho declinato con educazione e ho messo giù.

Mercoledì firmerò il contratto.

Alla faccia tua, Patricia.

giovedì 2 agosto 2012

Jamona

Sabato scorso avevamo organizzato, con alcuni amici, una cena de despedida, per salutarci in vista delle vacanze estive. Siamo andati a cenare in un bar di tapas nella zona di Plaza del Cedro, tra il Capus e la Zona degli Studenti Felici e Rumorosi.

Mentre mangiavamo i nostri antipasti, il tavolo dietro dietro al nostro è stato invaso da un gruppo di procaci ragazze un po' poligoneras, una delle quali aveva le labbra così rifatte che avevano la forma di un culo di gallina, ed è stata scelta da una mia amica come sua potenziale sostituta nel caso sventurato in cui avesse partecipato a Me Cambio de Familia.

"Però queste non sono proprio poligoneras in senso stretto", mi è stato fatto notare, mentre io cercavo nel mio dizionario di spagnolo mentale un sinonimo sufficientemente divertente.
"Chonis? Però è lo stesso"
"Queste sono quelle che noi chiameremmo Jamonas" ha rincarato la dose il mio amico C., ed hanno iniziato a ridere.
"Jamonas? Cioè il femminile del prosciutto?"
"Sì"
"Hmmm... come potremmo chiamarle in italiano? Manze?" è intervenuto l'altro italiano della tavola, cercando insieme a me di trovare una traduzione appropriata. Non l'abbiamo trovata, purtroppo, e così piuttosto che una definizione credo sia opportuno riportare la nostra conversazione:

"Ma no, secondo me manza è un po' dispregiativo", ci ha corretti C., che parla anche italiano. "Jamona è più una donna di carne"
"Sì, una persona sanguigna" è intervenuta A.
"Un po' come il prototipo di donna degli anni '60"
"In Italia, Mina negli anni '60?" ho provato.
"Sì, ecco, per esempio"

Nel frattempo abbiamo pagato e ci siamo avviati verso un altro bar per ir de copas nella stessa zona.

"Oppure Adele oggi?" ho aggiunto.
"No, Adele è una 20enne nel corpo di una 50enne" sostiene A.
"Adele ha 20 anni?"
"Beh "21" non è la sua età di quando ha pubblicato l'album?", o almeno così mi sembrava di ricordare.
"Se penso alla cofana che tiene in testa... è che la pettinano così, da 50enne"
"Ecco: Kate Moss di sicuro non è una Jamona "
"Ah beh no..."
"Perché la Jamona può anche essere attraente, anche se non era il caso delle nostre vicine di tavola..."
"Kate Winslet?"
"Ecco, Kate Winslet è una Jamona."

Abbiamo raggiunto il bar, ci siamo seduti, c'era una gran varietà di Mojitos da chiedere e solo un'altra tavola occupata lì fuori, da quello che sembrava un altro gruppo di Jamonas, per un compleanno.
Dopo poco hanno iniziato a scoppiare palloncini e tirarsi cose e ridere sguaiatamente e allora abbiamo capito che erano delle Poligoneras.