Lungi dal voler fare il solito radical chic criticone dell'italiano medio (ad esempio, l'italiano medio che applaude fiero all'atterraggio dell'aereo, che sempre mi fa nascondere la testa tra le mani alla fine di ogni volo) è purtroppo risaputo che, tra la tanta gente normale, buona parte dei turisti italiani che vanno in vacanza sulla riviera spagnola non sono proprio la miglior selezione del nostro popolo.
Ed ecco alcune tipologie classiche di TIAV (Turista Italiano A Valencia):
1. L'amante dei cliché spagnoli.
Sabato mattina sono andato in spiaggia con un mio amico; lui è andato via poco prima di pranzo, ma io, visto che non avevo nulla in frigorifero, ho deciso di andare a pranzare a La Ola, un mugrebar sulla spiaggia nella zona che Rita vuole demolire, e mentre ero lì si è avvicinato un gruppo di quattro ragazzi immersi nei loro occhiali da sole che già avevo riconosciuto essere italiani. Quando la cameriera gli ha chiesto le ordinazioni, sono riusciti - a fatica - a capirla e chiedere dei panini e una brocca di birra. A quel punto la cameriera li ha ringraziati e uno di loro, credendo forse che fosse un atto di cortesia, ha alzato un braccio e mosso la mano a mo' di ballerina di flamenco e ha detto: "Oooolè!".
La cameriera ha sgranato gli occhi, l'ha guardato inorridita e poi è scoppiata a ridere andandosene.
Io, nel frattempo, sono sprofondato nel mio gazpacho.
2. L'italiano po-po-po-po
Siccome pare brutto non ricordare al mondo che, ormai 6 anni orsono, l'Italia ha vinto i Mondiali di calcio, gruppi di giovani spesso cantano l'orrenda parodia di "Seven Nation Army" che è divenuta l'inno dell'Italia campione del mondo.
Un mesetto fa ero a bere nel Carmen con un paio di amici ed un gruppo di ventenni o giù di lì è passato accanto a noi, cantando in coro e, non contenti, hanno iniziato a tenere il ritmo battendo le mani contro la serranda di un negozio chiuso.
E vabbè.
3. L'italiano seduttore
Gli italiani vanno molto fieri della fama da latin lover che li precede. E poiché credono che approcciare le spagnole sia più facile, almeno linguisticamente, che approcciare le svedesi (soprattutto perché non vanno in vacanza in Svezia) è più che frequente incrociare il classico gruppo di sausage party che vede due o tre ragazze passargli accanto e cerca di approcciarle con un "ehi, chica guapa!" o "ehm scusa, donde se puede mangiar? nos accompagnis?" o ancora meglio "chica, te gusta la movida?".
Mátame, por favor.
4. L'italiano lamentoso
I turisti - di qualunque Paese siano, e ovunque vadano - hanno la tendenza, o almeno la maggioranza di loro, ad andare sempre e solo in posti per turisti. Mi riferisco sia a bar e ristoranti, che a quartieri o strade particolari. E così ho spesso sentito turisti italiani che passeggiavano per Calle Caballeros o nei dintorni della Lonja e si lamentavano dicendo "e meno male che la Spagna era economica, io a [nome qualsiasi di paesino sperduto] ceno con la metà".
Oppure che si lamentano del cibo, sostenendo che "comunque, come la cucina italiana non c'è nulla".
O che sentono la mancanza delle "belle spiagge attrezzate e con ombrelloni (leggi: spiagge privatizzate, dove non hai un buco dove andare a meno che non paghi per affittare un ombrellone) che in Italia ci sono dappertutto, mentre qua è tutto abbastanza abbandonato" (leggi: libero e gratuito).
Io non sono un esterofilo. Da quando sono all'estero mi sento anche più italiano di prima e a volte difendo l'Italia quando sento commenti troppo generalizzati e superficiali. Ma quando assisto a queste scene vorrei che si aprisse una voragine sotto di me e mi risucchiasse, o perdere il passaporto e con esso la mia nazionalità, o almeno perdere l'udito e la vista, se non la vita stessa.