mercoledì 31 luglio 2013

Non aprite quella porta


Le ferie sono alle porte ed io, ovviamente, sono indietro con il lavoro. Tutto ciò che pensavo di terminare prima di andare in ferie è più o meno a metà, per cui probabilmente mi toccherà lavorare un po' anche nei primi giorni di vacanza.

Anche per questo motivo, lunedì, ho lavorato fino alle otto di sera, nonostante mi fossi ripromesso, per l'ultima settimana, di uscire prima, anche per fare un salto in spiaggia. Tornato a casa stanco, mi sono fiondato in doccia. Mentre mi sciacquavo, togliendomi di dosso i grani del mio docciaschiuma massage non so che che sembra come insaponarsi con la sabbia, ho sentito dei rumori venire dalla porta di casa.

Devo premettere che il condominio in cui vivo, pur essendo nuovo, è fatto coi piedi, per cui si sentono tutti i rumori del mondo dal pianerottolo, in particolare quando i vicini aprono e chiudono la loro porta di casa.
E così, non ci ho fatto molto caso, pensando che fossero loro che rientravano, ma all'improvviso mi sono accorto che era la mia porta di casa quella che si stava aprendo.

Ho chiuso il rubinetto della doccia ed ho aperto gli sportelli, con uno sguardo attonito e incerto, quando ho iniziato a sentire le voci. No, non parlo di voci nella mia testa, bensì voci di persone che si apprestavano a entrare in casa mia.

Terrorizzato, ho urlato:
"Chi è?"
"Sono Enrique, dell'agenzia immobiliaria"

Macheccazzo, ho pensato. Gli ho urlato di aspettare alla porta perché stavo uscendo dalla doccia e di non entrare, mentre mi asciugavo affannosamente e approssimativamente col mio accappatoio.

Sono uscito dal bagno, ancora mezzo bagnato, scalzo e soprattutto spaventato a morte e mi sono trovato nell'ingresso di casa il giovane Enrique con un ragazzo e una ragazza (che poi avrei scoperto essere americani, o qualcosa del genere, per il loro accento).

"Che cosa ci fate qui? Questa è casa mia" ho detto con tono nervoso e agitato.
"Sono venuto a mostrare l'appartamento ai ragazzi", mi ha risposto placidamente Enrique.
"Senta, io vivo qui da un anno e non mi risulta che sto per lasciare questa casa, ma chi vi ha dato le chiavi?"
Nel frattempo i due ragazzi hanno cominciato ad assumere un atteggiamento fastidiosamente divertito, della serie "Oh my gosh we're in a fucking Almodovarian scene" e il ragazzo non ha trovato niente di meglio che intervenire:

"Piacere, siamo i nuovi inquilini!"

Gli ho risposto con un sorriso così falso che trasudava odio, e mi sono rivolto di nuovo a Enrique:

"Ma poi come vi salta in mente entrare in casa della gente senza nemmeno suonare?"
"Io non avevo idea che ci fosse qualcuno", si è difeso, "mi hanno dato le chiavi in agenzia, guardi, ho anche la scheda dell'appartamento, questa è la mia agenzia". "Oh my god" ha sottolineato la ragazza.
"Senta io non so e non mi interessa di che agenzia siate ma non permettetevi più di entrare in questa casa", ho ripetuto, mentre la rabbia mi montava dentro.
"Forse dovresti parlare con la tua proprietaria", mi ha sfidato Enrique.
"Sì, ma anche tu col tuo capo. Ti rendi conto di che significa stare sotto la doccia e trovarsi gente in casa?". Ho cercato di trasmettergli la sensazione di Marion Crane Vs. Norman Bates che avevo provato pochi minuti prima, ma credo sia stato inutile.

Un po' di scuse, e i tre se ne sono andati, e percepivo che ai due non più potenziali acquirenti rideva anche il culo per quello che era appena successo.

Un unico sollievo: sarebbe potuta andare peggio.

3 commenti:

  1. AHAHHAHA Amur mi fai sempre scompisciare!! Ma scusa secondo me sta cosa è da denuncia!! La proprietaria che t'ha detto?
    Baciiii prof!!
    Moca

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  2. ahaahaha la proprietaria, più di un anno fa, aveva lasciato le chiavi a varie agenzie nella speranza di affittare l'appartamento al più presto, e si era dimenticata di una di queste agenzie... le ho quasi abbaiato al telefono!

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  3. AHAHAHAH Lei cretina ma questi dell'agenzia dopo un anno riprendono le visite senza informarsi? certo sei stato bravo a non correre in cucina a prendere un coltellazzo!!!!
    Baci m.

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