lunedì 21 gennaio 2013

Una settimana d'addio (II parte)

(continua da qui )



L'ultima settimana in palestra

Prima di tornare in Italia per le vacanze di Natale, quando ancora mi illudevo che i Maya avrebbero fatto il loro dovere il 21 dicembre, ero un po' con la testa tra le nuvole, e ho visto bene di lasciare un bel ricordo in palestra, dove già in precedenza mi ero fatto riconoscere.

Una mattina come tante, mentre mi preparavo per andare a lavoro, preparando la borsa per la palestra mi sono accorto che le mie scarpe da tennis erano scomparse. Non erano da nessuna parte. C'era un'unica spiegazione: le avevo lasciate in palestra il giorno prima.

Con la coda tra le gambe, prima di andare in ufficio sono passato in palestra nella speranza che le avessero ritrovate, ed ho parlato con la receptionist:

"Salve, ho lasciato ehm un paio di scarpe ieri..."
"Ah sì!" ha risposto lei, illuminandosi, per poi passare in modalità agente di polizia: "Che modello erano?"
"..."
"..."
"Beh sono bianche con un po' di rosso e di nero..."
"Hombre, hai appena descritto quasi tutte le scarpe da tennis" mi ha deriso lei.
"..."
"Almeno la marca?"
"Ehm credo siano Reebok... Ma quanta gente avrà lasciato delle scarpe?" ho risposto con un tono ironico ma non troppo, per ridicolizzare il suo atteggiamento poliziesco.
Lei si è messa a ridere, mi ha consegnato le mie scarpe (che, verificai, sono Reebok, bianche con un po' di rosso e di nero) e io me ne andai tutto contento e fiero del fatto che in pausa pranzo sarei potuto andarci.

Il giorno seguente, sempre ad ora di pranzo, ci sono tornato. Ho fatto esercizio, mi sono fatto la doccia e, dato che stavo morendo di fame, ho deciso di fermarmi a mangiare nel bar della palestra.
Avevo appena ordinato un'insalata mista e il pollo alla piastra quando è squillato il cellulare di un ragazzo che era a mangiare lì e, prima, era in sala pesi con me.

"Ah, sì, aspetta un attimo" ha detto al telefono. Poi, girandosi verso di me, che ero due tavoli più in là, mi ha detto: "sei tu che hai lasciato un orologio negli spogliatoi?"

Trascurando il fatto che uno sconosciuto si sia rivolto non a tutti i presenti, ma esattamente a me nel momento in cui ha appurato il fatto, io mi sono toccato il polso e ho realizzato di aver davvero dimenticato l'orologio.

"Oddio, sì!" ho risposto, trasecolando.
"Passa in reception che te lo ridanno", mi ha risposto, "sei stato fortunato eh..."
"..."

Mi sono alzato, sono andato in reception e c'era la stessa ragazza del giorno prima.

"Avete voi il mio orologio?" ho chiesto.
"Che marca?" mi ha interrogato lei, "questa volta la sai?" e si è messa a ridere.
"Emporio Armani", le ho risposto, con uno sguardo che diceva sì, la so, stronza.

Sono tornato a sedere al bar, sentendomi osservato, e ho mangiato in silenzio, pregando che i Maya anticipassero di qualche giorno i loro programmi. E loro, di tutta risposta, li hanno annullati.